[parafrasi] La pioggia nel pineto

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qerubin
view post Posted on 6/4/2009, 11:51




Sotto spoiler ecco il testo prafrasato della famosa lirica dannunziana:
SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Fai silenzio. Sul limitare
del pineto non sento
ciò che tu umanamente
dici, ma sento
parole ancora più nuove
dette dalle gocce e dalle foglie
in lontananza.
Ora ascolta. Sta piovendo
dalle nuvole sparpagliate.
Piove sulle tamerici
secche e impregnate di salsedine,
piove sui pini
squamosi e pungenti,
piove sui mirti
sacri a Venere,
sulle ginestre
colme di fiori splendenti,
sui ginepri folti
di bacche profumate,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
nude,
sui nostri vestiti
leggeri,
sui nuovi pensieri
prodotti dall’anima
rinnovata,
sulla nostra favola d’amore
che ieri
ti ha illuso, e che oggi illude me,
Ermione.

Senti? La pioggia cade
sulla vegetazione
priva di umanità
provocando un crepitio
che dura e cambia tra i rami
più spogli o meno spogli.
Ascolta. Rispondono
alla pioggia le cicale
che friniscono
e che non si spaventano
al suono della pioggia,
o al cielo che ingrigisce.
E il pino
ha un suono, e il mirto
uno diverso, e il ginepro
un altro ancore, strumenti
diversi
per le innumerevoli gocce di pioggia.
E noi siamo
immersi nello spirito
della natura,
viva di vita vegetale;
e il tuo volto stravolto
è bagnato di pioggia
come una foglia,
e i tuoi capelli
profumano come
le ginestre,
o creatura della terra
che sei chiamata
Ermione.

Ascolta, ascolta. Il suono
delle cicale
che a poco a poco
si affievolisce
coperto dalla pioggia
che aumenta d’intensità;
ma un canto più rauco
che sale dal basso
vi si mescola,
proveniente dall’ombra umida.
Più basso e più leggero
diminuisce, e si spegne.
Solo una nota
ancora si sente, poi nulla,
ritorna, trema, e nulla.
Non si sente su tutta la pineta
il picchiettare
della pioggia grigia
che purifica,
lo scroscio che cambia
a seconda del ramo
più folto o meno folto.
Ascolta.
La cicala
p zitta, ma colei
che vive nel fango,
la rama,
canta nell’ombra più intensa,
chissà dove, chissà dove!
E piove sulle tue ciglia,
Ermione.

Piove sulle tue ciglia nere
e sembra che tu pianga
di piacere; non bianca
ma quasi verdeggiante,
sembra uscire dagli alberi.
E tutta la vita in noi è nuova
e aulica,
il cuore nel petto
è come una pesca non colta,
tra le palpebre gli occhi
sembrano sorgenti d’acqua,
i denti
sono come mandorle acerbe.
E corriamo di ramo in ramo,
ora insieme ora solitari
(e la vegetazione dura
ci allaccia le caviglie e
ci avvinghia le ginocchia)
chissà dove, chissà dove.
E piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
nude,
sui nostri vestiti
leggeri,
sui nuovi pensieri
prodotti dall’anima
rinnovata,
sulla nostra favola d’amore
che ieri
ti ha illuso, e che oggi illude me,
Ermione.



Allego file .pdf contenente parafrasi, alcuni commenti e alcune evidenziature...

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