"SINDROME DI CORNELIA DE LANGE o sindrome di Brachmann- de Lange "

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Lacrima D'Inverno
view post Posted on 4/2/2009, 13:52




La sindrome di Cornelia de Lange o sindrome di Brachmann- de Lange o typus degenerativus amstelodamensis è un insieme di malformazioni caratteristiche che possono colpire un individuo, scoperta dalla pediatra olandese Cornelia de Lange a cui si deve il nome nel 1933, anche se in precedenza già un altro medico tedesco aveva descritto la sindrome e per questo come in molti casi la sindrome porta anche due nomi (Brachmann- de Lange).

Epidemiologia
Con i mezzi a disposizione non si riesce a fare una stima accurata, per cui si ipotizza che possa accadere ad una persona ogni 10.000

Sintomatologia
Vi si presentano caratteristiche comuni ai malati di tale sindrome:
1 Conformazione marcata ed arcuata delle sopracciglia
2 Labbra sottili
3 Sviluppo ritardato psicomotorio o intellettivo
4 Irsutismo
Inoltre possono comparire difficoltà nella deglutizione, difetti di accrescimento degli arti e difetti cardiaci (cardiopatie congenite), convulsioni, otiti.

Eziologia
La malformazione, non di carattere familiare, è dovuta all’anomalia genetica del cromosoma 5 (mappatura 5p11.3) il gene interessato è il NIPBL.


Posto un altra descrizione:

La sindrome di Cornelia de Lange (CDLS) è una patologia malformativa riconosciuta per la prima volta nel 1933 dalla pediatra olandese di cui porta il nome. Si stima che l’incidenza di essa sia di un nuovo caso ogni 10-20.000 nati (circa 50 nuovi casi all’anno in Italia).

Le caratteristiche principali di un soggetto affetto sono: basso peso alla nascita (inferiore a due chili e mezzo), scarsa crescita postnatale in peso e altezza, ridotte dimensioni della testa (microcefalia), eccesso di peluria sul corpo (in particolare su avambraccia e regione lombare), piedi e mani piccoli o gravi malformazioni a carico di queste ultime.

I pazienti con CDLS si assomigliano molto tra di loro: le sopracciglia sono sottili, arcuate e unite frequentemente sulla linea mediana, mentre le ciglia sono lunghe; il naso è piccolo con narici all’insù e le labbra sottili con angoli rivolti in basso. E’ possibile, ma non necessaria ai fini della diagnosi, la presenza di una o più malformazioni maggiori.

L’acquisizione delle comuni tappe di sviluppo di ogni bambino (stare seduto, "gattonare", camminare, pronunciare le prime parole) è ritardata, così come, in modo variabile, lo sviluppo intellettivo. La sfera della comunicazione verbale è quella più compromessa ed è ormai chiaro che le capacità di comprensione di questi soggetti superano notevolmente le loro possibilità di espressione per mezzo della parola.

La diagnosi - che può essere fatta già alla nascita o nei mesi successivi - è basata esclusivamente sul riconoscimento delle sopracitate caratteristiche cliniche da parte di un medico esperto (pediatra, genetista ecc.): purtroppo, infatti, manca a tutt’oggi un esame di laboratorio in grado di confermare il sospetto diagnostico. Si è recentemente dimostrata, poi, l’esistenza di pazienti con un quadro clinico meno marcato (le cosiddette forme mild, lievi), per i quali la diagnosi spesso è più tardiva e la prognosi migliore.

Come già accennato, i problemi principali riguardano la scarsa crescita (esistono in proposito curve di crescita specifiche) e il ritardo psicomotorio e intellettivo: è perciò importante che vengano precocemente avviati programmi di stimolazione, soprattutto riguardo all’area della comunicazione.

Tra i problemi pediatrici più frequentemente associati, sono da segnalare il reflusso gastro-esofageo e le sue complicanze (80-90% dei casi), le convulsioni (20% dei casi), le difficoltà di udito, le otiti e le sinusiti frequenti, oltre che le blefariti (infiammazioni delle palpebre) e la miopia. Possono poi insorgere problemi comportamentali, come irritabilità, iperattività o altro, talora legati al mancato riconoscimento e trattamento dei problemi medici che causano dolore. La sopravvivenza di una persona affetta senza gravi malformazioni non è particolarmente ridotta: oggi, infatti, sono ampiamente noti soggetti che hanno raggiunto l’età adulta.

Attualmente si pensa che la malattia sia dovuta ad un errore in una singola informazione tra le centinaia di migliaia presenti nel nostro patrimonio genetico, la quale sembra essere localizzata in una regione del cromosoma 3 (3q26.3). La ricerca è in corso per identificarla, un risultato, questo, che ci si attende in tempi brevi. L’alterazione genetica insorge solitamente in modo casuale nel soggetto affetto e per questo motivo il rischio che altri figli contraggano la malattia è di norma molto basso. Esistono comunque rarissimi casi (una decina in tutto il mondo) in cui ciò si è verificato, motivo per cui è importante che ogni coppia con un figlio affetto esegua un’appropriata consulenza genetica.
 
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